Dopo la ricostruzione del Teatro di Pompeo, Cesarea veva in progetto la realizzazione di un altro teatro, che fu eseguito solo più tadi da Augusto e dedicato alla memoria di suo nipote Marcello. Il teatro romano sorge in ritardo rispetto alla produzione teatrale latina ma, elemento destinato alla rappresentazione, riprende in part il tipo di teatro greco sia pur rivoluzionando l’impostazione strutturale
Il teatro greco si realizzava su un declivio per poter sfruttare la pendenza per la realizzazione della cavea; qui la tecnica delle volte, dell’arco e della concezione strutturale risolvono il problema permettonde la realizzazione a sè stante. Una serie di setti radiali voltati a botte inclinata sorreggono le gradinate.
La tipologia può essere riassunta da varie unità funzionali oltre alla cavea e alla platea compare il Pucpitum, il Frons Scanae e le Vesumae. Il primo era il vero palcoscenico rialzato e botolato per attori, coro e ballerini, l’altro costituiva la scenda di sfondo, le ultime due accessi laterali per l’ingresso degli attori.
La concezione dello spazio appare totalmente diversa da quella del teatro greco per il diverso rapporto tra ambiente e teatro. La presenza di una superficie curva esterna a più ordini delimita la cavea; gli elementi strtutturali romani fanno il resto.
Nel Teatro di Marcello compaiono setti radiali come classicamente esposto e al primo piano una botte anulare chiude un ambulacro. Al piano successivo le botti più esterne sono radiali come quelle che sostengono per evitare le spinte sulle facciate. Compaiono due tipi di ordini architettonici: al primo piano il tuscanico, al secondo ionico e al terzo piano lesene corinzie.