Prima del 1200 a.C. gli abitanti dell’Italia centrale erano gli Umbri, uno dei popoli più antichi della penisola italiana, di stirpe indoeuropea.
Dopo il 1200 a.C. scesero, attraversando le Alpi, in Italia gruppi indoeuropei provenienti dall’Europa centro-orientale. Questi gruppi spinsero le tribù che li avevano preceduti sempre più a sud e assunsero una fisionomia ben definita solo dopo essersi stabiliti nelle loro sedi definitive. Tra queste popolazioni indoeuropee vi erano gli Italici, che occuparono la parte centro-meridionale della penisola.
Alla fine della migrazione gli stanziamenti sulla penisola erano definitivi, nell’Italia centrale vi erano:
- gli Umbro-Sabelli: divisi nelle tribù dei Piceni, Sabini, Marsi, Peligni, Marrucini, Sanniti;
- i Latini: stanziati tra la foce del Tevere e i Colli Albani, divisi nelle tribù dei Latini propriamente detti, dei Volsci, Equi e Ernici.
Nell’VIII secolo comparvero in Italia anche altri due popoli che avrebbero avuto un’importanza decisiva per la storia di Roma: gli Etruschi e i Greci. Essi fondarono numerose città politicamente autonome, introdussero l’attività commerciale e avviarono un’intensa produzione di manufatti artistici.
La Magna Grecia
La colonizzazione greca dell’Italia meridionale ebbe inizio verso la metà dell’VIII secolo. I coloni greci giunsero allora in modo così massiccio sulle coste della Sicilia e dell’Italia meridionale che col tempo quella parte della penisola prese il nome di Magna Grecia.
La cultura introdotta dagli immigrati ebbe effetti vivificanti sugli usi e sui costumi delle primitive popolazioni locali; esse infatti affinarono le loro tecniche di lavoro e dalle città-stato greche appresero un nuovo modo di vivere in comunità, basato sulla solidarietà e sulla partecipazione alla vita pubblica. Anche in campo religioso evidente fu l’influenza greca sia per le divinità venerate che per i riti praticati; tuttavia non mancarono aspetti caratteristici e originali in quelle pratiche religiose che erano fondate sui cosiddetti “misteri” o su particolari dottrine filosofiche. Le più diffuse di queste pratiche mistico-filosofiche furono l’orfismo, i cui fedeli (mystai = iniziati, da cui mysteria) veneravano il mitico Orfeo, e il pitagorismoderivato dalle tdottrine filosofiche di Pitagora, vissuto per molto tempo a Crotone.
Il frazionamento della Magna Grecia, che ripeteva quello della Grecia metropolitana, fu però fonte permanente di debolezza interna e impedì alle varie colonie un’azione unitaria e coordinata, indispensabile per giungere all’unificazione politica di tutto il mondo greco nel Mediterrraneo o quantomeno per fronteggiare e respingere l’invasione romana.
Gli Etruschi
Fra i più antichi popoli dell’Italia primitiva vanno ricordati gli Etruschi, la cui origine rappresenta ancora un enigma. É certo che non erano un popolo di origine indoeuropea, dato che parlavano una lingua ancora oggi non completamente conosciuta. I più ritengono che questo popolo, nei suoi tratti caratteristici, si sia venuto formando sul posto, cioè nelle regioni dell’Italia centro-settentrionale, mediante il contributo dei palafitticoli della pianura padana, degli stessi villanoviani e di elementi provenienti, a cavallo tra il II e il I millennio a.C., dall’Asia Minore in seguito alle grandi migrazioni provocate dai “popoli del mare”. Queata ipotesi accoglie in parte la tesi dello storico greco Erodoto, secondo cui un gruppo di esuli guidati dal principe Tirreno sarebbero giunti nel territorio degli Umbri dalla Lidia. I Romani poi li chiamarono Tusci, e quindi Etruschi, ma il mare antistante alle loro zone di insediamento conservò il ricordo del loro nome più antico, cioè quello di “Tirreno”.
Dato certo è che fra l’VIII e il VII secolo gli Etruschi erano stanziati nella regione compresa tra l’Arno e il Tevere, bagnata a occidente dal Mar Tirreno. Durante i quattro secoli della loro della loro indipendenza (700 – 300 a.C.), gli Etruschi elaborarono e svilupparono la prima grande civiltà fiorita in Italia.
Gli Etruschi non arrivarono mai a formare uno stato unitario saldamente organizzato, questo perchè non esistevano vere e proprie minacce da parte di altre popolazioni, svilupparono, invece, una serie di città-stato autonome governate inizialmente da un re elettivo (lucumone) assistito da un condisglio di anziani formato da patrizi. Successivamente le monarchie si trasformarono in repubbliche aristocratiche.
Le varie città etrusche erano unite tra loro in leghe sacrali di dodici centri (dodecapoli) che avevano scopi religiosi ed economici, solo nei momenti di pericolo avevano anche scopi militari e politici. In Toscana si formò la cosidetta Lega dei dodici popoli, i cui delegati si riunivano ogni anno nel santuario dedicato al dio Voltumna, nel Lazio settentrionale presso il Lago di Bolsena.
Il far parte di una lega non significava essere uniti politicamente, anzi, spesso vi erano rivalità e lotte tra le città appartenenti ad una stessa lega. Questa divisione tra le varie città portò alla debolezza degli Etruschi nei confronti agli attacchi nemici.
L’espansione territoriale maggiore degli Etruschi si ebbe nel VII-VI secolo in questo periodo occuparono l’intera Toscana e buona parte dell’Umbria e del Lazio, oltre l’Appennino arrivarono in pianura padana fino a Felsina (Bologna) e verso sud formarono la dodecapoli campana che comprendeva Capua, Nola, Ercolano e Pompei; ad ovest arrivarono alle città più vicine al litorale arrivarono all’Elba e le coste della Corsica assicurandosi il dominio sul Tirreno.
La prima vittoria contro gli Etruschi si ebbe da parte dei Greci in Campania che vinsero la battaglia di Cuma nel 524 a.C. e nel 473 a.C. la flotta siracusana sbaragliò gli Etruschi vicino Cuma segnando così la fine del dominio etrusco in Campania.
Nello stesso periodo, nel Lazio, gli Etruschi venivano respinti da Roma, che con una serie di offensive cercava di consolidare ed estendere la propria autonomia dopo aver cacciato dalla città il principe etrusco Tarquinio il Superbo.
Anche a Nord gli Etruschi dovevano ritirarsi sotto la pressione delle invasioni da parte dei Galli, tribù celtica.
Durante il IV secolo gli Etruschi subirono la progressiva dominazione romana e l’Etruria venne in parte incorporata nel territorio romano e in parte considerata socia, cioè alleata di Roma.